Riqualificazione
Multifunzionale
Parco
Saladini-Pilastri

 Ascoli Piceno (AP) – Corso Mazzini-Via Giusti

Premessa Progettuale

Il parco Saladini Pilastri fa parte di uno dei complessi immobiliari più prestigiosi di Ascoli Piceno, che comprende, oltre al giardino, lo storico palazzo su corso Mazzini e una chiesa da tempo chiusa al culto, al cui interno si trovano capolavori di maestri quali Lodovico Trasi, Lazzaro Giosafatti, Emidio e Giorgio Paci.

Il complesso, chiuso dalla seconda metà degli anni ’60, è una magione aristocratica creata sulle ceneri di un monastero di suore benedettine del XIV secolo ed è stato da poco rilevato dall’Amministrazione Comunale, riconsegnando così alla città un bene di inestimabile valore.

L’intervento si inserisce all’interno delle iniziative del “Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare” (PINQuA), che prevede la rigenerazione urbana e riqualificazione di un’area strategica che allo stato attuale versa in condizioni di degrado ed abbandono, con l’obiettivo di ricreare un potenziale contenitore socio-economico e un suggestivo parco multifunzionale, il tutto all’interno del tessuto storico di Ascoli Piceno.

A nord si affaccia direttamente sul fiume Tronto, mentre a sud confina con il palazzo storico, le cui facciate esposte a loro volta a sud, si affacciano su Corso Mazzini; proprio qui insiste l’accesso principale al parco. E’ visibile, sul muro ad ovest, un varco, attualmente tamponato ma un tempo utilizzato come accesso secondario al giardino.

Allo stato attuale, il parco si presenta privo dei canoni tipici di giardino all’italiana: orti incolti, percorsi non più individuabili, vegetazione non curata ed alberature malate, nascondono le peculiarità architettoniche di cui è dotato questo importante luogo storico.

Nel progetto che si va a definire, lo spazio verde sarà trasformato in parco pubblico urbano, riacquistando quell’identità perduta e lo stretto legame sia con il contesto storico che lo circonda che con quello naturale, con il fiume Tronto che ne caratterizza la posizione, nell’ottica di recupero delle caratteristiche proprie del giardino all’italiana che ad oggi sono totalmente oscurate.

Localizzazione del complesso Saladini Pilastri

INTERVENTI

Il parco e i percorsi

Il giardino del palazzo Saladini Pilastri è uno dei più grandi spazi verdi del centro storico di Ascoli Piceno, con una superficie di circa 8.800 mq, configurandosi come grande “vuoto” all’interno del fitto tessuto storico urbano.

È totalmente racchiuso all’interno di un alto paramento murario in pietra, che negli anni in cui è stato di proprietà privata, ha contribuito a proteggerlo ma al tempo stesso ad escluderlo dal resto della città, tanto che ad oggi rimane sconosciuto ai più. Il Parco consta di due giardini poste a differenti quote e attualmente raggiungibili tramite una scalinata centrale in pietra.

Nel progetto, relativamente al giardino a livello inferiore, si è ricostruito il percorso principale a croce, con ghiaia stabilizzata, delimitato dai cordoli in travertino esistenti e rimarcandolo con una tonalità più scura della pavimentazione.
Gli altri percorsi che si sono ricreati, sempre al livello inferiore del parco, sono anch’essi realizzati con ghiaia stabilizzata, e sempre nella tonalità delle terre, ma optando per una colorazione più tenue. Ciò vale sia per il tragitto perimetrale, adiacente alle mura, che per quello nuovo, trasversale, che congiunge i due nuovi accessi (da via Giusti e dall’ex Distretto).

Questi nuovi percorsi saranno invece bordati da cordoli/profili in acciaio corten, proprio per distinguerli dal percorso esistente, in cui viene recuperato il cordolo in travertino.
Il concept di base è stato infatti quello di utilizzare il corten per tutti i nuovi elementi che si sono inseriti nel progetto, come per i vasi da riporre sopra ai rocchi in travertino che costeggiano il percorso principale a croce. Originariamente, infatti, ivi trovavano luogo dei vasi in terracotta con piante di agrumi che non sono a noi pervenuti; pertanto, l’idea è stata quella di ricollocarne altri, in corten, che ospiteranno limoni.

Altro intervento di progetto è stato quello di rimuovere la serra che si trova a nord est, ad oggi per lo più crollata, che costituisce una superfetazione degli ultimi decenni. Per ricreare la simmetria propria del giardino all’italiana, si ripropongono dei semplici pergolati, costituiti da travi e pilastri in acciaio corten o verniciati corten, che si innestano sui pilastrini in muratura presenti sia a destra che a sinistra della Coffee House ed ancorati al muro a nord (oltretutto, si suppone che originariamente la serra fosse proprio così costituita, dai segni di aggancio ancora oggi visibili sul paramento murario).
Questa nuova serra potrà essere utilizzata, ed appositamente coperta con telo tnt, in inverno per riporre i vasi di limoni posti sui rocchi.

Relativamente al livello superiore del parco, verrà ricreato l’originario percorso ad anello che veniva utilizzato dalle carrozze, sempre tramite ghiaia stabilizzata e che fungerà da collegamento pedonale tra i due livelli del giardino; dato che attualmente l’unico collegamento avviene tramite scalinata, nel progetto si è cercato di rendere accessibili tutti i vari percorsi, tramite inserimento di rampe con pendenza < 8% e quindi conformi alla normativa del superamento delle barriere architettoniche.

L’area verde prospiciente il palazzo potrà essere inoltre destinata a festival, eventi ed iniziative, con l’obiettivo di far riscoprire il Parco, ad oggi sconosciuto e promuoverne la valorizzazione.

Planimetria di progetto con i nuovi percorsi e il progetto botanico-vegetazionale

i nuovi accessi

Altro fondamentale obiettivo del progetto è stato quello di ricreare due aperture sul muro perimetrale, sul livello inferiore del parco, in modo da garantire gli accessi allo stesso sia da est che da ovest, oltre al mantenimento dell’ingresso principale da via Mazzini, che è posto alla quota superiore ed affaccia su corso Mazzini.

Sono infatti stati ideati due portali che si innestano sul muro esistente, in corrispondenza di via Giusti ad ovest e dell’ex Distretto ad est, da poco di proprietà del Comune. Questi portali, che hanno lo scopo di essere veri e propri elementi focali e riconoscitivi, sono in acciaio corten o verniciato corten ed invitano all’accesso; contengono le due ante, che opportunamente verranno chiuse nei momenti di non utilizzo del Parco.

Saranno sempre in corten, ma traforate, oltre che illuminate ad hoc, per permettere una costante visibilità dello spazio verde antistante, con inciso lo stemma del casato Saladini Pilastri.

I due accessi, in quanto posizionati a quote differenti rispetto all’interno del giardino, saranno poi congenialmente raccordati con scale e rampe, al fine di garantire comunque l’accessibilità anche alle persone con disabilità.

I manufatti presenti

Relativamente alla Coffee House, all’edicola ad ovest e al padiglione ad est insistenti sul giardino a livello inferiore, verranno sugli stessi eseguiti interventi locali di restauro conservativo, al fine di ridurre la vulnerabilità sismica e di riparare i danni presenti, nell’ottica di restituirli quanto più possibili simili alla loro forma originaria. Verranno quindi attuate rimozioni e sostituzioni degli elementi strutturali ammalorati o vetusti e promossa la pulitura o il ripristino delle finiture. Nel dettaglio, gli interventi di progetto sono ben visibili negli elaborati a corredo e nelle relative relazioni strutturali. A livello impiantistico si è anche intervenuti installando un riscaldamento a pavimento a resistenza elettrica al di sotto dell’attuale pavimentazione della Coffe House, che verrà prontamente smontata e rimontata. In riferimento all’edicola posta ad ovest, in particolare, verrà rimessa in funzione la vasca di raccolta acqua sotterranea, che al tempo era collegata a dei canali di irrigazione oggi a malapena visibili. Gli stessi verranno riattivati e rivalorizzati, così come la fontana posta al centro del percorso a croce, in quanto l’acqua è da sempre un elemento distintivo del giardino all’italiana. Verranno anche restaurati ed opportunamente ricollocati i rocchi in travertino del percorso a croce, per poi riposizionarvi al di sopra, come all’epoca, i vasi con piante di agrumi, ma in corten, visto che quelli originari non si sono conservati. Saranno riposizionati i cordoli a terra che individuavano il percorso principale a croce, oggi a tratti interrotti.

Edicola Ovest
Padiglione Est
Edicola Ovest

gli arredi

Verranno posizionati arredi nell’area verde senza invadere troppo lo spazio naturale; le sedute saranno bifacciali, in modo da permettere una visione a 360° del parco, con alternate parti con schienale, per una seduta più comoda. Le panchine saranno con struttura in acciaio zincata e verniciata corten e seduta in doghe di legno naturale, alternando sedute lineari ad altre circolari. I cestini per i rifiuti avranno struttura in acciaio e finitura con lamiera in lega di alluminio verniciata corten. A corredo delle panchine, anche diversi tavolini, in acciaio verniciato corten, e muniti di presa usb. Altri arredi che verranno inseriti, come già anticipato, sono i vasi in corten per i limoni, sul percorso principale e degli altri vasi che accolgono i papiri (sulla vasca dell’edicola ovest) e gli ulivi (all’interno della corte verde a C, lato ovest del palazzo), oltre ad una fontanella nell’angolo nord-est. Saranno posizionati anche degli stalli per biciclette, sempre in acciaio verniciato corten, su via Giusti, adiacenti il nuovo portale.

il verde

Relativamente al progetto botanico vegetazionale, si è proceduto al rilievo delle specie oggi esistenti, selezionando e valutando quelle da mantenere, quelle da ripiantare in posizione più consona e quelle da rimuovere, in quanto incoerenti con le caratteristiche del giardino all’italiana o in condizioni precarie o di fine ciclo vita. Attualmente si trovano variegate specie arboree cresciute spontaneamente o dislocate in maniera random, soprattutto in virtù dell’utilizzo del Parco, per anni, da parte di un’azienda florivivaistica.

In riferimento al livello inferiore del giardino, in particolare, tutti gli alberi da frutto ad oggi sparsi casualmente, verranno riorganizzati in filari, paralleli ai lati est ed ovest ed adiacenti i percorsi perimetrali, in modo da non ostacolare la visibilità dei manufatti presenti. Anche tramite la vegetazione, sia con le nuove specie che riorganizzando quella insita, si è comunque cercato di valorizzare i percorsi, con l’intento di restituire al parco quella simmetria e quella pregevolezza di giardino all’italiana perse negli anni. Come già anticipato, si ridarà lustro al percorso principale a croce contornandolo di piante di limoni, poste sui vasi in corten al di sopra dei rocchi in travertino, in memoria dell’originaria disposizione ed utilizzando la nuova serra per riporli nelle stagioni invernali.
Bordure di bosso, di alloro e di rose rifiorenti adorneranno i percorsi, e tramite siepi ed alberi di alloro verrà ricreato un ideale prolungamento del canale a terra con acqua, speculare rispetto alla fontana centrale.
L’aiuola a terra appena percepibile a sinistra della Coffee House, lato ovest, verrà ripristinata e ricreata una ulteriore aiuola, sempre a terra, a destra, lato est; le suddette ospiteranno piante aromatiche di lavanda e rosmarino. Gli angoli in basso del giardino, che saranno utilizzati per il posizionamento dei macchinari esterni impiantistici, saranno appositamente schermati con edera rampicante. Siepi di carpino, adiacenti da una parte ai muri perimetrali est ed ovest e dall’altra ai relativi percorsi pedonali, fungeranno da cinta verde del giardino.
In rapporto al livello superiore del parco, si cercherà di ridare pregio al percorso ad anello, bordandolo di siepi di alloro e si procederà al rinfoltimento dei due angoli verdi a destra e a sinistra, lato nord, mentre si lasceranno a semplice prato gli altri due angoli verso il palazzo.

Naturalmente verrà ripiantumato il tappeto erboso su tutto il parco, e garantito un efficiente sistema di irrigazione. Per un maggiore approfondimento, confrontare gli appositi elaborati e relazioni redatti.

Planimetria di progetto botanico vegetazionale

L’illuminazione

La progettazione in oggetto non poteva prescindere dalla scelta ponderata di un’illuminazione in parte scenica ed in parte funzionale, a seconda delle diverse zone individuate, che contribuisce ad un’ulteriore valorizzazione del Parco stesso, sempre preservando il rischio di inquinamento luminoso, come meglio descritto nell’apposita relazione.

Trattando la quota inferiore del giardino, si è dato risalto, tramite corpi illuminanti puntuali a paletto e direzionati verso il basso o verso la siepe, all’illuminazione dei percorsi laterali; per i manufatti presenti (Coffee House, edicola e padiglione) si sono invece scelti corpi illuminanti ad incasso o in alternativa proiettori; per il percorso centrale a croce, invece corpi ad incasso su pavimentazione, posti proprio in corrispondenza dei rocchi in travertino e rivolti verso questi ultimi, garantendo un basso flusso luminoso. Si propone anche una illuminazione per l’interno della Coffee House, naturalmente valorizzando sia l’interno che l’architettura del tempietto tramite quattro proiettori che, sfruttando i vasi sospesi esistenti, illumineranno le statue nelle nicchie e un’altra illuminazione scenica che valorizzi la copertura ottagonale dall’interno.

I due nuovi portali per gli accessi secondari sul lato est (ex distretto) ed ovest (via Giusti) saranno appositamente identificati tramite una illuminazione e retroilluminazione ad hoc, quest’ultima visibile dalle forature ed incisioni sulla lamiera.


Si è scelto di illuminare anche il pergolato a nord, con l’obiettivo di ricreare una cornice di luce al parco che delimiti i confini: al di sotto delle travi verranno posizionati dei corpi con luce led rivolta verso il basso, utili anche alle piante che sotto dimorano. Anche i punti di sosta sul giardino saranno illuminati con proiettori agganciati con cinghia agli alberi vicini e le sedute saranno eventualmente corredate da tubi led con fascio rivolto verso il basso.

Passando all’illuminazione del giardino a quota superiore, verrà illuminato anche il percorso ad ellisse ivi ricreato, tramite paletti color corten posti in corrispondenza delle siepi ornamentali al percorso. Quest’area inoltre, potrebbe essere servita da una illuminazione più funzionale in concomitanza con gli eventi o le iniziative, attivabile quindi con tempistiche e modalità indipendenti dalla restante illuminazione.
Sul lavatoio verranno posizionati dei proiettori orientabili, in modo che i fasci di luce siano direzionati verso l’interno dello stesso manufatto, fino ad illuminare le vasche e le statue alla quota inferiore.

Si garantirà comunque un risparmio energetico generale con la possibilità di creazione di diversi scenari temporizzati a seconda delle stagioni, delle aperture/chiusure del Parco e degli eventi.

documenti scaricabili

Housing intergenerazionale Convento San Domenico

 Ascoli Piceno (AP) – Largo Dino Ferrari, 4

IDENTIFICATIVO INTERVENTO PINQuA

2303

Riferimento alla Scheda Tecnica della Strategia

Interventi infrastrutturali per la qualità della vita urbana

Dimensioni di impatto per la qualità dell’abitare

  • Interventi infrastrutturali per la qualità della vita urbana
  • Welfare urbano co-generativo
  • Impatto energetico e ambientale

L’antico convento di San Domenico, già adibito ad edificio scolastico negli anni ’70, verrà riconvertito in residenza intergenerazionale con un progetto di restauro con caratteristiche innovative nell’utilizzo del BIM ai fini di Asset Management mediante l’uso di tecnologie IoT (Internet of Things). L’intervento ha una superficie complessiva di progetto pari a 6444,78 mq di cui 1061,77 mq di spazi scoperti. Il progetto prevede la realizzazione di 37 unità abitative di cui 27 accessibili a soggetti con limitate capacità motorie e sensoriali, inoltre avrà un’ampia disponibilità di spazi comuni riservati ai residenti ma anche di spazi aperti alla comunità di quartiere come:

  • Laboratorio Musicale
  • Fab Lab, 
  • Associazioni Giovani Creativi
  • Scambio Intergenerazionale.

I lavori prevedono interventi sulle strutture, una completa rivisitazione della distribuzione interna, il miglioramento della coibentazione dell’involucro esterno e una dotazione impiantistica moderna ed efficiente con domotica ed impianti centralizzati gestiti da sistemi BMS.
L’approccio progettuale tende a superare le criticità strutturali del settore delle costruzioni attraverso un uso innovativo del BIM inteso come processo di prototipazione virtuale. Il modello BIM, inteso come Prototipo Virtuale costituisce una sorta di “anima digitale” spesso definito nella letteratura specializzata
come “DIGITAL TWIN”. Tramite il Gemello Digitale verranno gestiti in modo integrato i sistemi domotici e BMS dell’edificio.