Housing
intergenerazionale
Convento
San Domenico

 Ascoli Piceno (AP) – Largo Dino Ferrari, 4

Premessa

Il progetto prevede la riconversione dell’immobile, Ex Convento di S.Domenico, da edificio scolastico a area co-housing e spazio per attività ricreative e culturali.

L’edificio si trova ad Ascoli Piceno, in Largo Dino Ferrari,4, e risulta accatastato al foglio 169C, P.lla 1371. Ha una superficie calpestabile complessiva di 3872,30 mq più 1061,77 mq di chiostro.

DESCRIZIONE
DELLO STATO DI FATTO

L’edificio si colloca su Largo Dino Ferrari, nei pressi dell’incrocio tra Via Catone e Rua della Torre, lungo la strada che conduce all’ex Convento con Chiostro e Chiesa di S. Domenico, in passato ricco di polittici di Carlo e Vittore Crivelli; esso restituisce la visione di importanti trasformazioni che hanno modificato l’assetto originario del sistema e dello spazio. Fondato dunque nel 1257 è stato oggetto di numerose opere di restauro e manutenzione, soprattutto riguardanti la piccola chiesa che nel 1912 ha visto azzerarsi il proprio spazio liturgico con la suddivisione in piani e locali didattici che hanno compromesso la facciata principale (quella cioè che dà sul Largo Giardino d’infanzia) ed i prospetti laterali dell’ex convento. L’ingombro di massima del corpo principale compreso di chiostro interno è di 41,58 metri lungo la direttrice nord – sud e di circa 49 metri sulla direttrice est – ovest, mentre il volume minore che comprende il cortile interno est ha un ingombro di massima di 29,30 x 43.89 metri.

L’immobile è caratterizzato da strutture murarie in blocchi di pietra sbozzata ed in parte squadrata e da paramenti in laterizio. E’ caratterizzato da un impianto planimetrico in muratura di tre piani fuori terra e una piccola porzione interrata.
Le strutture orizzontali del secondo impalcato presentano principalmente ambienti voltati a crociera negli ambienti di passaggio del chiostro, dei corpi scala e delle stanze più strette, volte a schifo e lunettate negli ambienti più grandi, mentre in alcuni ambienti presentano dei solai piani in latero cemento; l’inserimento dei solai si ritiene possa essere frutto di trasformazioni successive.
I locali al piano interrato sono non sono dotati di finestre, mentre le finestre al piano terra affacciano sulle facciate esterne e sono dotate generalmente di grate metalliche. I locali al piano primo affacciano sia su facciate esterne che sul chiostro interno e hanno le finestre dotate generalmente di persiane lignee.
I livelli superiori, si descrivono per quanto attiene la distribuzione interna e le tipologie costruttive. 

Gli ambienti interni hanno subito consistenti modifiche e trasformazioni e sono identificabili due tipologie di ambienti: quelli voltati in foglio posti al solo piano terra e quelli a solaio piano nei livelli primo e secondo. Solo in alcuni ambienti puntuali minori (ad esempio vani scala) sono tutt’ora presenti controsoffitti in camorcanna o cartongesso.

L’articolazione spaziale è piuttosto complessa ed è caratterizzata dalla presenza in posizione centrale di un chiostro monumentale sorretto da colonne poste su basamento, arcate, volte a crociera e la muratura di fondo perimetrale.
Intorno al chiostro si sviluppano i corpi di fabbrica collocati lungo i lati sud, est e nord mentre i corpi di fabbrica posti ad ovest sono di minore dimensione.
Al livello superiore, le murature portanti risultano più eterogenee e presentano maggiori inserimenti di mattoni a seguito di successivi rimaneggiamenti.
L’aggregato edilizio, allo stato attuale è caratterizzato da un profondo stato di degrado e abbandono (sono presenti graffiti all’interno e all’esterno del complesso, piante infestanti, lesioni e detriti).

OBIETTIVO DELL’INTERVENTO
E PRINCIPALI NORMATIVE
DI RIFERIMENTO

Il presente progetto rientra in un più ampio programma di riqualificazione urbana che consiste nel recupero di alcuni edifici pubblici che saranno destinati ad housing sociale, alloggi popolari e alla messa a sistema di luoghi pubblici ad uso collettivo integrati da una rete di percorsi tematici e valorizzazione di spazi a verde. Il programma di riqualificazione ha posto particolare attenzione agli aspetti ambientali, tecnologici ed innovativi non soltanto nelle scelte progettuali ma anche nel processo della progettazione integrata fin dalle prime fasi dell’ideazione. L’antico convento dei Carmelitani, poi trasformato in caserma militare dopo l’Unità d’Italia e successivamente in scuola, verrà riconvertito in edificio per Housing Sociale con un progetto di restauro con caratteristiche innovative nell’utilizzo del BIM ai fini di Asset Management mediante l’uso di tecnologie IoT (Internet of Things).
L’approccio progettuale tende a superare le criticità strutturali del settore delle costruzioni attraverso un uso innovativo del BIM inteso come processo di prototipazione virtuale che si è sviluppato a partire dalla realizzazione di un rilievo laser scanner 3D fino ad arrivare ad un modello digitale del progetto contenente tutte le informazioni di carattere tecnico/costruttivo in grado di gestire tutti i processi sia della progettazione che della futura gestione dell’edificio. La Prototipazione Virtuale, ampiamente utilizzate in altri settori come l’automotive, è un metodo operativo che, utilizzando tecniche di modellazione e di simulazione numeriche, è in grado di sviluppare un prodotto innovativo senza la realizzazione di prototipi fisici. I progetti definitivi dei singoli edifici, sono stati redatti dopo approfondite analisi e pianificazioni non solo di ambito prettamente urbanistico ma anche di sviluppo economico e ricucitura del tessuto sociale.
Il progetto prevede la realizzazione di 37 unità abitative di cui 27 accessibili a soggetti con limitate capacità motorie e sensoriali, inoltre avrà un’ampia disponibilità di spazi comuni riservati ai residenti ma anche di spazi aperti alla comunità di quartiere come: laboratorio musicale, Fab Lab, Associazioni Giovani Creativi, Scambio Intergenerazionale. Il progetto consiste dunque nella rifunzionalizzazione dell’ex spazio liturgico del convento vittima nel tempo di costanti trasformazioni che hanno azzerato il valore religioso. In particolare l’ipotesi progettuale prevede l’integrazione di nuove funzioni che permettono di restituire alla collettività le pregiatissime volumetrie appartenenti alla struttura facendo così riacquisire alla nuova struttura il ruolo di centralità che originariamente apparteneva alla chiesetta. I lavori prevedono nello specifico interventi sulle strutture, una completa rivisitazione della distribuzione interna pur mantenendo la tradizionale distribuzione ad anello interno di unità storiche simili, il miglioramento della coibentazione dell’involucro esterno e una dotazione impiantistica moderna ed efficiente con domotica ed impianti centralizzati gestiti da sistemi BMS.

CARATTERISTICHE
GENERALI
DELL’INTERVENTO

Il progetto, come illustrato in premessa, ha come obiettivo quello di recuperare e restituire alla città un edificio storico che era caduto in disuso attraverso il restauro e risanamento conservativo dello stesso. Vista la tipologia architettonica ed il livello di degrado che l’edificio presentava, l’intervento punta sia al recupero dell’immobile che alla sua riqualificazione strutturale e funzionale. Il progetto prevede la riqualificazione del complesso anche per quanto riguarda gli aspetti legati all’accessibilità e al superamento delle barriere architettoniche. I corpi scala interni esistenti vengono conservati, consolidati, restaurati.
Il corpo scala con struttura metallica esterno viene invece dismesso e ricostruito con nuova struttura atta ad inglobare quella di un ascensore così da dare la possibilità di accesso anche a persone con difficoltà motorie o sensoriali. L’architettura del nuovo corpo scala viene pensata sia per inserirsi in armonia materica con la preesistenza muraria del complesso sia, al contempo, per mantenere una identità ben definita così da rilocalizzare in maniera identitaria il punto di ingresso principale al complesso di San Domenico.
Il corpo scala che abbraccia il vano ascensore, che, a partire dal piano terra, collega tutti i livelli superiori, è stato rivestito con una struttura leggera in lamiera di acciaio corten a doghe verticali. Il collegamento tra l’ascensore ed il pianerottolo delle scale interne è stato realizzato con una passerella metallica.
Il corpo scala con struttura metallica esterno viene invece dismesso e ricostruito con nuova struttura atta ad inglobare quella di un ascensore così da dare la possibilità di accesso anche a persone con difficoltà motorie o sensoriali. L’architettura del nuovo corpo scala viene pensata sia per inserirsi in armonia materica con la preesistenza muraria del complesso sia, al contempo, per mantenere una identità ben definita così da rilocalizzare in maniera identitaria il punto di ingresso principale al complesso di San Domenico.
Per favorire il contestuale percorso di dialogo e confronto con il centro storico e le sue risorse, gli abitanti saranno naturalmente condotti dal gestore sociale alla interazione con il quartiere per l’organizzazione della propria routine giornaliera e per il soddisfacimento dei bisogni comunitari.
Grandissima attenzione è stata posta alla progettazione degli ambienti comuni caratterizzati tutti di spazialità ad alto livello qualitativo dato dai materiali scelti e dalle dotazioni impiantistiche che garantiscono sempre il massimo comfort igrometrico. Particolarmente importante è stato il lavoro di progettazione dedicato al restauro conservativo del grande disimpegno che corre intorno al grande chiostro. Lo spazio viene chiuso da delle vetrate che abbracciano il colonnato e permettono di abbattere le dispersioni termiche ma di garantire i necessari ricambi d’aria.
Il chiostro interno viene reso accessibile con delle rampe speculari e pensato per donare alla comunità una nuova spazialità dove il sistema pavimentato si interseca fluidamente con quello del verde che incornicia magistralmente l’impianto architettonico dell’Ex Convento.

documenti scaricabili

Housing intergenerazionale Convento San Domenico

 Ascoli Piceno (AP) – Largo Dino Ferrari, 4

IDENTIFICATIVO INTERVENTO PINQuA

2303

Riferimento alla Scheda Tecnica della Strategia

Interventi infrastrutturali per la qualità della vita urbana

Dimensioni di impatto per la qualità dell’abitare

  • Interventi infrastrutturali per la qualità della vita urbana
  • Welfare urbano co-generativo
  • Impatto energetico e ambientale

L’antico convento di San Domenico, già adibito ad edificio scolastico negli anni ’70, verrà riconvertito in residenza intergenerazionale con un progetto di restauro con caratteristiche innovative nell’utilizzo del BIM ai fini di Asset Management mediante l’uso di tecnologie IoT (Internet of Things). L’intervento ha una superficie complessiva di progetto pari a 6444,78 mq di cui 1061,77 mq di spazi scoperti. Il progetto prevede la realizzazione di 37 unità abitative di cui 27 accessibili a soggetti con limitate capacità motorie e sensoriali, inoltre avrà un’ampia disponibilità di spazi comuni riservati ai residenti ma anche di spazi aperti alla comunità di quartiere come:

  • Laboratorio Musicale
  • Fab Lab, 
  • Associazioni Giovani Creativi
  • Scambio Intergenerazionale.

I lavori prevedono interventi sulle strutture, una completa rivisitazione della distribuzione interna, il miglioramento della coibentazione dell’involucro esterno e una dotazione impiantistica moderna ed efficiente con domotica ed impianti centralizzati gestiti da sistemi BMS.
L’approccio progettuale tende a superare le criticità strutturali del settore delle costruzioni attraverso un uso innovativo del BIM inteso come processo di prototipazione virtuale. Il modello BIM, inteso come Prototipo Virtuale costituisce una sorta di “anima digitale” spesso definito nella letteratura specializzata
come “DIGITAL TWIN”. Tramite il Gemello Digitale verranno gestiti in modo integrato i sistemi domotici e BMS dell’edificio.